1. All'inizio di un nuovo anno la parola di
Dio ci presenta una Donna-Madre e un bambino. Perché intende subito esprimere
la propria considerazione per il valore che nella vita rappresenta il lato
femminile dell'esistenza. La sapiente
passività, la capacità di accoglienza, il dono di dare la vita… sono per
la rivelazione valori altissimi. Anche in vista di una piena umanizzazione del
mondo il contributo della donna è nella
Scrittura essenziale.
2. L'altro messaggio di inizio anno è
l'annuncio-auspicio di pace. L'antico
filosofo Eraclito nel frammento 53 ha scritto che il Polemos, cioè la
guerra è il padre di tutte le cose. Ebbene, questo sogno impossibile della pace
Cristo lo ha reso e lo rende possibile.
Uniti a lui mediante il battesimo e
l'eucaristia dal nostro cuore può essere sradicata la radice violenta. Allora,
e solo allora!, incominciando dalla propria vita è possibile instaurare
rapporti nuovi con gli altri,con le cose, rapporti riconciliati con tutti e con
tutto. Il cristiano porta dentro di sé una risorsa miracolosa: quella del
perdono attivo. Come fa il suo Signore Gesù Cristo, anche il cristiano non
perdona perché il reprobo si è pentito, ma perdona perché si penta, il suo
perdono è, cioè, un investimento, per favorire la conversione del deviante.
Solo così il cristiano può spezzare la spirale dell'odio, della ritorsione,
della vendetta. L'unico corto circuito che funziona quando la violenza si è
scatenata è il perdono. Parola difficile il perdono, parola esigente, parola
nuova, paradossale, ma non c'è altra strada per riportare pace, concordia e
serenità dovunque.
All'inizio di un nuovo anno si è soliti
scambiarsi gli auguri. Cosa augurarci quest'anno? La salute? Certo, ma senza
nutrire sogni infantili di immortalità e senza mitizzare la salute fisica.
Perché anche la sofferenza, il dolore e la malattia possono essere realtà
piene, colme di una presenza, quella del Crocifisso, che trasforma anche
il male in possibilità di crescita e di vita nuova. Vogliamo augurarci la ricchezza? La ricchezza spesso
può essere disonesta, ingiusta, può favorire in noi l'illusione dell'autosufficienza, dell'autonomia.
Può renderci orgogliosi, ingiusti ed
egoisti. Non la ricchezza dunque ci auguriamo. Ma neppure la povertà: potrebbe
farci dubitare della volontà di bene di Dio nei nostri confronti. A Dio
chiediamo solo il necessario. Però lasciamo a lui definire cosa nella nostra
vita è veramente necessario. Vogliamo augurarci il successo? La televisione,
l’ultima delizia della caverna dell’uomo, non fa altro che stimolarne in noi il
desiderio. Ma il prezzo da pagare è troppo alto… Non il successo, ma neppure
fallimenti dobbiamo augurarci:
potrebbero farci sprofondare nell'abisso della depressione. E comunque
ricordiamo che anche chi dovesse incappare nel
fallimento è amato da Dio. Auguriamoci la pace, questa sì. Purché sia
quella vera, quella che abita nel cuore
di Dio e che noi accogliamo con gioia e
che ogni giorno contribuiranno a costruire e a diffondere dovunque nel mondo.