La libertà chiama in gioco la nostra responsabilità, verso le altre persone.(L. Ciotti)

venerdì 27 luglio 2018

QUALCHE SPUNTO SUL VANGELO DELLA DOMENICA XVII DEL TEMPO ORDINARIO. Don Pietro


LA MOLTIPLICAZIONE DEI PANI


1. Letture fuorvianti dell’episodio
A. Dio compreso come “risposta” al bisogno dell’uomo (un dio che serve all’uomo,  un dio tappa-buchi); 
Dio è dono totale di sé all’uomo, gratuitamente, per amore;
Dio supera infinitamente le nostre attese; 
Dio non vuole essere cercato per “bisogno” ma per amore.

B. Una lettura socio-economica molto apprezzata oggi, ma sterile.

C. Una lettura sulla tangente spiritualistica

2. Una lettura corretta
Non del pane materiale, non del pane spirituale si vuole dire, ma della Parola che diventa pane.
È l’Eucarestia: una parola che diventa pane e poi si ridistribuisce a tutti; un unico pane, non uno materiale e uno spirituale.
Tutta la vita di Cristo si svolge sotto il segno del pane: comincia sotto la tentazione del pane e finisce con il pane: “Prendete…”;  Egli si presenta come il pane disceso dal cielo. Oggi si parla della moltiplicazione dei pani. Ma il vero miracolo è quello della distribuzione dei pani: “Prese i pani e li distribuì” e mentre li distribuiva li moltiplicava.

C’è tanto di quel pane sulla terra che basterebbe distribuirlo. Ma ciò avviene solo quando la parola diventa pane: l’amore diviene gesto.
I lettura: “Dallo da mangiare alla gente”: è nel credere nella parola che avviene la moltiplicazione del pane. 
Non è la penuria di pane il vero problema, bensì la penuria della fede nella potenza della parola: distribuisci il pane che hai…
Il primo non è il discorso economico. È la fede nella parola che dice: dallo da mangiare, distribuisci e vedrai che mangeranno e ne avanzeranno. È la fraternità nuova nella parola la premessa per affrontare il problema della fame.

NOTA: Gesù sale sulla montagna:
E’ la montagna delle beatitudini; è il monte di Dio da cui vedere tutto con i suoi occhi, la folla di affamati. 
Gesù …”cominciò a distribuire il pane”. È più facile moltiplicare il pane che distribuire il pane. Distribuire il pane vuol dire cambiare le nostre politiche; vuol dire disarmare tutte le potenze che detengono i beni della terra che sono dei poveri e degli affamati. Il miracolo più grande non è la moltiplicazione, bensì la distribuzione che nasce dalla CONDIVISIONE. Alcuni paesi del nord del mondo consumano da soli tante risorse ed energia da poter sostenere 22 miliardi di uomini. Lo dice la scienza! Allora non si tratta di disturbare Dio, quanto noi ,le nostre politiche, il nostro”ordine” economico mondiale.
E la chiesa è dentro il sistema e cerca di non disturbarlo: vanità delle esortazioni a intervenire sulla fame nel mondo!


mercoledì 18 luglio 2018

Letture per riflettere...


Migrante economico
Sfaccendato
Il profugo si riconosce dal migrante economico perché spesso è malnutrito. Come del resto il migrante economico. Però il pro­fugo spesso ha conosciuto le prigioni senza ragione alcuna. Come del resto il migrante economico. Ma il profugo quasi sempre viene da Paesi in cui non c'è democrazia. Come del resto il mi­grante economico. Le profughe, spesso sono prive delle minime libertà civili. Come del resto le migranti economiche. Profughi e profughe quasi sempre hanno percorso il deserto rischiando la morte, e vedendo morire quelli intorno a loro. Come del resto migranti economici e migranti economiche. I profughi e le pro­fughe hanno passato giorni infiniti nelle carceri libiche, oggetto di vessazioni di ogni genere, dalle torture alle violenze sessuali. Come del resto i migranti economici, e le migranti economiche. Però ascoltate un cretino: se volete far credere di non essere
razzisti ma lo siete nel profondo, se giurate sul Vangelo ma delle vite umane non ve ne frega un cazzo, se lasciate morire la gente in mare perché bloccate i soccorsi ma volete sfangarla con la vostra coscienza e con quella dei mentecatti che vi ritengono uno statista, fate così: dite che i profughi, pochi, e previa disinfezione, quelli, forse, li accogliete. Ma i migranti economici mai.
Notizia ANSA
PALERMO, 14 LUG - Sembra pelle e ossa, pesa 35 chilogrammi, ha 27 anni, e avrebbe trascorso "sette mesi drammatici" in Libia, dove sarebbe stata anche violentata. E'
una delle donne trasferite a Lampedusa dal barcone con 450 migranti e poi ricoverata nel pronto soccorso dell'ospedale Civico di Palermo. Non parla, tanta e' la stanchezza, ma anche la paura, che le incutono i ricordi che non riesce a cancellare. Ma appena arrivata in ospedale ha trovato la forza di gridare, indicando la figlia di 4 anni che era con lei: "non
mangia da tre giorni, aiutatela, datele del cibo, subito, vi prego...". Poi si e' chiusa in un silenzio carico di tensione da smaltire. Ed e' stata la bambina, dopo avere mangiato latte e
biscotti, a prendersi cura di lei.
E' stata lei a scegliere, a Lampedusa, i vestiti per la madre tra quelli messi a disposizioni da associazioni di volontari. Ed e' lei a tentare di farla sorridere cantando e ballando. Per la
musica ha usato un cellulare messo a tutto volume. Ha cantato e danzato apparentemente felice. La madre l'ha guardata, ed e' sembrata sorridere anche lei, ma soltanto con gli occhi, non ha la forza per fare altro.


lunedì 16 luglio 2018

DOMENIVA XV DEL TEMPO ORDINARIO. Riflessione di Don Pietro

L’annuncio che i discepoli-missionari debbono portare lungo le strade è: « il regno dei cieli è vici­no ».
Dunque: un apostolato itinerante, un anda­re verso gli altri, non aspettare che siano essi a ve­nire. E proclamare il Regno: una buona notizia, non annunci di sciagure ne di punizioni divine.
Per rendere, poi, credibile il messaggio, occorre pren­dersi cura dei feriti, dei morti, di chiunque il Mali­gno tenga prigioniero.
Il tutto come servizio asso­lutamente gratuito, motivato soltanto da un amo­re compassionevole, senza scopo di lucro alcuno: né materiale, pretendendo ricompense, né spiritua­le, per accumulare meriti dinanzi a Dio, né per fa­re proseliti.
Una gratuità totale a imitazione di Dio che, in Cristo, vuole incontrare l'uomo come pu­ra grazia e incondizionato amore.
La fiducia dell'apostolo deve essere riposta uni­camente in Dio, che provvede ai suoi bisogni materiali suscitando accoglienza pronta e ospitalità generosa da parte di persone buone, presenti in « qua­lunque città o villaggio».
Ma non è da escludere neppure qualche episodio di rifiuto:
l'apostolo non deve fare rimostranze né maledire.
Ci penserà Dio, ma soltanto alla fine, «nel giorno del giudizio».