1. Il Grande Dimenticato
Sorprendente è l'operazione culturale condotta felicemente dalla Chiesa nel corso dei secoli relativamente alle Solennità di Natale e di Pasqua che si sono così profondamente radicate nell'animo dei credenti praticanti e non solo. Perché ciò non è avvenuto anche per la festa di Pentecoste, per l'evento da cui nasce la Chiesa e cioè la discesa dello Spirito santo? Eppure lo Spirito santo è il protagonista sia del Natale che della Pasqua.
2. Qualche ipotesi
• La dimenticanza, l'oblio dello Spirito santo probabilmente è dovuto alla sua natura misteriosa.
• Lo Spirito è comunione invece la modernità presenta un carattere ed un volto egocentrico, che contrasta con il significato centrale dello Spirito.
• Forse c'è anche un peccato di omissione della riflessione di fede che e stata una riflessione fortemente intellettuale, e stata poco teologia in ginocchio. La teologia si è limitata quasi esclusivamente a parlare di Dio, non a Dio, né si è messa in ascolto di Dio
3. Consequenze nefaste
La più grave conseguenza è l’erramento e lo smarrimento dell'uomo,il suo sprofondamento nella prigione della solitudine, paralizzato dalla paura, a volte preda di vera e propria angoscia e disperazione. Su di lui incombe il nichilismo, dinanzi a lui si spalanca un vuoto terribile e insopportabile.
L'ostracismo dello Spirito di Dio consegue alla rivincita del razionalismo. Cioè l’ incapacità da parte dell’uomo di pensare il mistero e, quindi, l'assenza e la mortificazione nella sua esistenza di valori immateriali e spirituali. La marginalità, a volte una vera e propria assenza, dello Spirito ha condotto alla sovrastima dell'aspetto istituzionale della Chiesa e questo ha significato la mortificazione dei carismi, l’ incapacità di vivere al suo interno rapporti di comunione e la sterilità all’esterno del suo compito missionario.
La mancanza dello Spirito ha anche determinato un regresso dell'umanità alla situazione babelica. Domina sovrana l’incomunicabilità tra le persone, tra i gruppi umani, tra i popoli, tra le religioni. Spesso nei rapporti prevale l'impulso al dominio violento, c'è chiusura e mortificazione delle diversità.
4. Lo Spirito santo
Con la discesa dello Spirito santo c'è come un nuovo inizio della creazione, dopo il fallimento del primo inizio.
Come il Soffio creatore di Dio evoca le cose dal nulla, trasforma in cosmos il caos, infonde un alito di vita nell'uomo, così il dono dello Spirito è nuova creazione per la terra e per l'uomo.
Il dono dello Spirito, cui segue l'invio dei discepoli nel mondo, pone un elemento di continuità tra la missione di Gesù da parte del Padre e quella della Chiesa nel mondo, perché tutti gli uomini ricevano la pienezza della vita.
Lo Spirito è strettamente necessario, indispensabile, per chi vuole agire come Gesù e in nome di Gesù. Come Gesù fu concepito per opera dello Spirito santo così i discepoli dovranno essere generati dallo Spirito. Senza lo Spirito i discepoli non possono rimettere i peccati. Cioè per combattere e sconfiggere la forza negativa del peccato, della sua nefasta influenza nel mondo, occorre la forza dello Spirito. Come Gesù venne indicato dal Battista come l'Agnello che toglie il peccato del mondo, così la Chiesa va concepita come la casa in cui si rimettono i peccati.
Con lo Spirito santo l'annuncio di Cristo tocca e cambia il cuore dell'uomo. Senza lo Spirito la parola di Dio è morta.
Con lo Spirito i discepoli diventano capaci di parlare le lingue degli ascoltatori. Cioè la parola di Dio detta nello Spirito diventa forza unificatrice che si contrappone vittoriosamente alla logica di divisione, quella di Babele.
Le particolarità non vengono mortificate, ma trascese in una superiore comunione sul modello del mistero trinitario: un solo Dio in tre persone uguali e distinte.
Questo processo di unificazione del mondo inizia dalla Chiesa: in essa deve esserci diversità di carismi, a uno solo è lo Spirito.; c'è diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore come ci ricorda Paolo nella prima lettera ai Corinzi.
5. Promessa mantenuta
Alla Samaritana Gesù aveva promesso un'acqua dissetante e ristoratrice. Ebbene, quest'acqua è lo Spirito santo con i suoi doni: "a ciascuno è stata data una manifestazione dello Spirito, per l'utilità comune".
I doni non sono concessi per l'affermazione di sé, ma per l’edificazione della Chiesa.
Il bene della comunità è più importante della propria affermazione.
6. Porte aperte
Le porte chiuse che lo Spirito apre sono:
• la consolazione contenuta nelle Scritture che scende con lo Spirito nel cuore di chi soffre.
• La forza dei sacramenti e della carità che si incarna nei cuori.
• La grazia dell'ascolto profondo concessa a chi legge la Scrittura.
• La via dell'annuncio che viene aperta dinanzi ai passi degli apostoli.