Fraternità Nazareth
GIORNATA DELLA MEMORIA : SHEMÀ
Nelle vostre tiepide case
Voi che trovate tornando a sera Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo,
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna.
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore Stando in casa
andando per via, Coricandovi alzandovi:
Ripetetele ai vostri figli. O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.
Primo Levi, Se questo è un uomo,
Torino, Einaudi 1956
Nelly Sachs
Noi superstiti
dalle nostre ossa la morte ha già intagliato i suoi flauti,
sui nostri tendini ha già passato il suo archetto –
I nostri corpi ancora si lamentano
col loro canto mozzato.
Noi superstiti
davanti a noi, nell'aria azzurra,
pendono ancora i lacci attorti per i nostri colli -
le clessidre si riempiono ancora
con il nostro sangue. Noi superstiti,
ancora divorati dai vermi dell'angoscia –
la nostra stella è sepolta nella polvere. Noi superstiti
vi preghiamo:
mostrateci lentamente il vostro sole.
Guidateci piano di stella in stella.
Fateci di nuovo imparare la vita.
Altrimenti il canto di un uccello,
il secchio che si colma alla fontana
potrebbero far prorompere il dolore a stento sigillato
e farci schiumar via - Vi preghiamo:
non mostrateci ancora un cane che morde
potrebbe darsi, potrebbe darsi
che ci disfiamo in polvere davanti ai vostri occhi.
Ma cosa tiene unita la nostra trama?
Noi, ormai senza respiro,
la nostra anima è volata a lui dalla mezzanotte
molto prima che il nostro corpo
si salvasse nell'arca dell'istante -
Noi superstiti,
stringiamo la vostra mano, riconosciamo i vostri occhi -
ma solo l'addio ci tiene ancora uniti,
l'addio nella polvere ci tiene uniti a voi -
Nelly Sachs, Opere scelte
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