La libertà chiama in gioco la nostra responsabilità, verso le altre persone.(L. Ciotti)

sabato 3 ottobre 2020

XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO. Riflessione di don Pietro

1. Sia il brano di Isaia che quello di Matteo narrano la storia tragica di un rapporto, quello tra Dio e l'uomo, attraverso la metafora della vigna.

Protagonisti della vicenda sono il padrone della vigna, la vigna stessa e i vignaioli.

Per Isaia il rapporto è di appartenenza totale, di amore generoso e la vigna è come una persona amata intensamente. "Canterò per il mio diletto un cantico d'amore per la sua vigna" (Is, 5).

Purtroppo l'esito del rapporto è deludente: anziché grappoli dorati la vigna ha prodotto solo uva selvatica. Perciò dal cuore del profeta scaturisce il canto dell'amore tradito, della giustizia disattesa, della fedeltà infranta.

2. La parabola evangelica

Quì la vigna non è avara di frutti. Sono i vignaioli che vogliono accaparrarsi del raccolto.

Il senso nascosto nella parabola è che la vita, dono di Dio, deve essere offerta a Dio. L'uomo non può rivendicare una autonomia totale da Dio. Dio invia agli uomini i suoi servi e alla fine il suo proprio Figlio: ma i vignaioli li uccidono tutti. Il male commesso dagli uomini alla fine, però, si ritorce contro gli uomini stessi.

3. Le due tentazioni della parabola

La prima tentazione consiste nel voler disporre della propria esistenza e del mondo in autonomia totale da Dio. Significa cioè volersi fare  Dio, decidere da soli il bene e il male. Accade quando l'uomo col suo comportamento violento nei confronti della terra finisce per distorcere l'ordine che Dio vi ha inscritto. Un altro esempio è quando l'uomo indebitamente si appropria di tutti i beni della terra  escludendo gli altri dalla loro fruizione.

La seconda tentazione consiste nel misconoscimento e nel rifiuto violento dei profeti e del Figlio stesso di Dio. Non solo gli ebrei hanno eliminato i profeti ma anche i cristiani continuano a farlo nei secoli.

4. Conseguenze

Verrà  il giorno in cui Dio ci chiederà conto della sua vigna. C'è il rischio che Dio ci tolga la vigna per darla ad altri vignaioli più fedeli.

Nel campo di Dio non esistono primogeniture né possessi definitivi.

Per fortuna e grazie a Dio ci sono anche vignaioli fedeli. Sono quelli che migliorano la vigna per offrirla a suo tempo al legittimo proprietario.

Noi ora siamo nel tempo dell'assenza del padrone della vigna.

Però dobbiamo ricordarci sempre che Dio ritornerà e fin a quando non viene avrà pazienza con tutti noi.

Se noi però perseveriamo nel rifiuto, allora incombe su di noi  un giudizio severo: una sentenza di morte!

Gesù, il Messia, non mette fine alle contraddizioni della storia, come tutti spereremmo, ma si pone al centro della contraddizione e da qui la scioglie. 


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