La libertà chiama in gioco la nostra responsabilità, verso le altre persone.(L. Ciotti)

domenica 5 marzo 2017

Riflessione sul Vangelo della Prima Domenica di Quaresima - Don Pietro

Amici, se vi fa piacere vorrei condividere con voi una mia riflessione sul Vangelo della Prima Domenica  di  quaresima di  quest’anno  

1. Siamo tutti dentro il tunnel della tentazione

Viviamo tutti in una perenne condizione di tentati. Il male è dentro di noi. Noi siamo dentro il male. La tentazione fa parte della stessa natura umana, inerisce alla base della condizione umana, per la necessità di provare la nostra fedeltà.
La realtà mondana è posta tutta sotto il maligno. Tutto può essere sotto tentazione.
C'è la tentazione dei sensi, che i maestri dello spirito fin dall'antichità  chiamavano la concupiscenza della carne. C'è la tentazione estetica, chiamata concupiscenza degli occhi e c'è la tentazione dell'autonomia dell'esistenza da Dio conosciuta come superbia della vita. Insomma c'è l'impulso a dominare e l'impulso a possedere. Conseguentemente ogni cosa è strappata dal suo ordine e questo a causa del fascino del nulla come lo definisce Qoelet. Siamo allora tutti  tentati e tutti i possibili tentatori.
È tutto il mondo che soggiace alle tentazioni. Cristo che impersona tutta l'umanità non poteva non passare pure lui per il tunnel delle tentazioni. Per questo è condotto nel deserto. Il deserto è lo spazio delle scelte fondamentali e assolute. Vi rimane quaranta giorni per collegarsi ai quarant'anni di Israele nel deserto, per portare cioè a compimento l'esodo di Israele.
Gesù è tentato mentre digiuna e prega. Dunque preghiera e tentazione si inseguono, si intrecciano come accade per il bene e per il male, per la santità e per la perdizione.
Le tentazioni sono il vero banco di prova di ogni vita, segnano come il crinale della storia.

2.  Prima tentazione: felicità contro libertà

Registriamo, intanto, la presenza inquietante, misteriosa e sfuggente del maligno dalle infinite personificazioni:
·        è il Lucifero che cade dal cielo.
·        è il serpente che striscia e si attorciglia all'albero della vita.
·        è lo spirito angelico che siede nel consiglio celeste e discute con Dio come rovinare un uomo.
·        ora osa accostarsi allo stesso Cristo
·        è il figlio della notte
·        è il fratello oscuro dentro di noi
·        questo Maligno preferisce annidarsi, infiltrarsi, nascondersi proprio là dove è Dio
·        è il principe delle tenebre che si veste di luce, colui che si presenta sotto la forma del potere assoluto.
È nota la lettura che  di questa prima tentazione fa Dostoevskij ne’ I Fratelli Karamazov:
Al potere (al cardinale) sta a cuore la felicità dei suoi protetti. Al Cristo invece sta a cuore la verità e la libertà dei suoi fratelli.
Ecco il dramma umano, ecco la tentazione: scegliere tra felicità e libertà e cioè verità. (Come se poi si potesse essere felici senza essere liberi. Mentre si può essere liberi senza essere felici). Il cardinale dice: "proteggere gli uomini dalla libertà, per proteggerli dal male. Superare  Dio in questa cura paterna". Questa è la tentazione più diffusa sulla terra cui nessuno è immune, neppure la Chiesa.
Del resto la libertà è più gravosa che  gradita. Ed ecco che il potere si assume tutto il peso della verità, esonerandone gli altri. Cioè l'autorità si mette al posto della verità per cui la coscienza non serve più, basta l'obbedienza. L'autorità da sola si confronta con la verità e a tutti gli altri basta confrontarsi con l'autorità.
Nella prima tentazione, in vista della sua missione, Cristo sceglie la verità della parola di Dio che rifiuta l'offerta di un pane senza libertà e verità.
E questo dal Grande Inquisitore gli è contestato come imperdonabile imprudenza e forse errore: aver voluto, cioè, offrire all'uomo la verità e la libertà e non il pane solo, senza di esse. Bastava offrire pane, sesso, gioco, canzoni...
Questa è stata la prima tentazione: fà sazio all'uomo ed egli sarà disteso ai tuoi piedi. Perché l'uomo si stanca di stare sempre in piedi: che poi vuol dire battersi sempre per la propria dignità e libertà.

3. Seconda tentazione
Cristo, come agnello negli artigli di un rapace, è portato nel vento dal deserto sul pinnacolo del Tempio. Perché proprio sul Tempio? Perché dove c'è Dio, lì il maligno vuole insediarsi anche lui. Il suo farsi avanti è segno che li c'è Dio.
La seconda tentazione è eminentemente spirituale: Cristo è tentato su Dio, sul servirsi dei valori della fede, ai fini dell'irrazionalità e del negativo.  È la tentazione del miracolo come scorciatoia alla fatica del vivere.
"Se sei figlio di Dio..." Cristo è attaccato da Satana nell'orgoglio della identità, nel prestigio della qualifica. È la tentazione dell'uso magico di Dio, rifiutando la creaturalità e i limiti dell'umano.
E’ anche la tentazione dell'abuso della parola di Dio per coprire e legittimare imprese umane sensazionali.

4. Terza tentazione
Prostrarsi al potere per possedere la terra: è questa l'altra tentazione. La proposta di Satana è menzognera e fatua.
·        "I miei regni": chi riceve il potere non l'avrà come originario. Sarà solo delegato a rappresentare i veri detentori del potere che rimarranno sempre occulti e sconosciuti.
Il potente di turno sarà sempre un burattino in mano ad un nascosto burattinaio.
Il Vangelo ha una visione pessimistica del potere.
·        "Prostrati...": non c'è potere se non fondato sull'umiliazione di chi lo detiene: "come rettili strisciano e i più vili emergono: è al colmo la feccia" (Salmo 12).
Satana non faceva vedere a Cristo il vero volto del potere: morti, violenze, stupri, stragi, distruzione. Né gli poteva dire che dietro il dominio c'è la discordia fomentata proprio da lui, il maligno.
·        "Se ti prostrerai ai miei piedi": l'ambizione suprema di Satana è vedere il figlio di Dio in ginocchio ai suoi piedi.
Dei "regni" Satana non sa che farsene. È il possesso dell'uomo che lui vuole, la sua libertà, la sua capacità di ricorso a un Altro più grande di lui.
Ma Cristo non fa la genuflessione al potere per possedere la terra. Perde la terra, ma salva la sua libertà e la libertà umana.

Cristo sceglie la vita come servizi a Dio. E Dio si fa servo dell'uomo.

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