Amici, se vi fa piacere vorrei condividere con voi
una mia riflessione sul Vangelo della Prima Domenica di quaresima
di quest’anno
1. Siamo tutti dentro
il tunnel della tentazione
Viviamo tutti in una perenne condizione di tentati. Il
male è dentro di noi. Noi siamo dentro il male. La tentazione fa parte della
stessa natura umana, inerisce alla base della condizione umana, per la
necessità di provare la nostra fedeltà.
La realtà mondana è posta tutta sotto il maligno.
Tutto può essere sotto tentazione.
C'è la tentazione dei sensi, che i maestri dello
spirito fin dall'antichità chiamavano la
concupiscenza della carne. C'è la tentazione estetica, chiamata concupiscenza
degli occhi e c'è la tentazione dell'autonomia dell'esistenza da Dio
conosciuta come superbia della vita. Insomma c'è l'impulso a dominare e
l'impulso a possedere. Conseguentemente ogni cosa è strappata dal suo ordine e
questo a causa del fascino del nulla come lo definisce Qoelet. Siamo allora
tutti tentati e tutti i possibili
tentatori.
È tutto il mondo che soggiace alle tentazioni. Cristo
che impersona tutta l'umanità non poteva non passare pure lui per il tunnel
delle tentazioni. Per questo è condotto nel deserto. Il deserto è lo spazio
delle scelte fondamentali e assolute. Vi rimane quaranta giorni per collegarsi
ai quarant'anni di Israele nel deserto, per portare cioè a compimento l'esodo
di Israele.
Gesù è tentato mentre digiuna e prega. Dunque
preghiera e tentazione si inseguono, si intrecciano come accade per il bene e
per il male, per la santità e per la perdizione.
Le tentazioni sono il vero banco di prova di ogni
vita, segnano come il crinale della storia.
2. Prima
tentazione: felicità contro libertà
Registriamo, intanto, la presenza inquietante,
misteriosa e sfuggente del maligno dalle infinite personificazioni:
·
è il Lucifero
che cade dal cielo.
·
è il serpente
che striscia e si attorciglia all'albero della vita.
·
è lo spirito
angelico che siede nel consiglio celeste e discute con Dio come rovinare un
uomo.
·
ora osa
accostarsi allo stesso Cristo
·
è il figlio
della notte
·
è il fratello
oscuro dentro di noi
·
questo Maligno
preferisce annidarsi, infiltrarsi, nascondersi proprio là dove è Dio
·
è il principe
delle tenebre che si veste di luce, colui che si presenta sotto la forma
del potere assoluto.
È nota la lettura che
di questa prima tentazione fa Dostoevskij ne’ I Fratelli Karamazov:
Al potere (al cardinale) sta a cuore la felicità dei
suoi protetti. Al Cristo invece sta a cuore la verità e la libertà dei suoi
fratelli.
Ecco il dramma umano, ecco la tentazione: scegliere
tra felicità e libertà e cioè verità. (Come se poi si potesse essere felici
senza essere liberi. Mentre si può essere liberi senza essere felici). Il
cardinale dice: "proteggere gli uomini dalla libertà, per proteggerli
dal male. Superare Dio in questa cura
paterna". Questa è la tentazione più diffusa sulla terra cui nessuno è
immune, neppure la Chiesa.
Del resto la libertà è più gravosa che gradita. Ed ecco che il potere si assume
tutto il peso della verità, esonerandone gli altri. Cioè l'autorità si mette al
posto della verità per cui la coscienza non serve più, basta l'obbedienza.
L'autorità da sola si confronta con la verità e a tutti gli altri basta
confrontarsi con l'autorità.
Nella prima tentazione, in vista della sua missione,
Cristo sceglie la verità della parola di Dio che rifiuta l'offerta di un pane
senza libertà e verità.
E questo dal Grande Inquisitore gli è
contestato come imperdonabile imprudenza e forse errore: aver voluto, cioè,
offrire all'uomo la verità e la libertà e non il pane solo, senza di esse.
Bastava offrire pane, sesso, gioco, canzoni...
Questa è stata la prima tentazione: fà sazio all'uomo
ed egli sarà disteso ai tuoi piedi. Perché l'uomo si stanca di stare sempre in
piedi: che poi vuol dire battersi sempre per la propria dignità e libertà.
3. Seconda tentazione
Cristo, come agnello negli artigli di un rapace, è
portato nel vento dal deserto sul pinnacolo del Tempio. Perché proprio sul
Tempio? Perché dove c'è Dio, lì il maligno vuole insediarsi anche lui. Il suo
farsi avanti è segno che li c'è Dio.
La seconda tentazione è eminentemente spirituale:
Cristo è tentato su Dio, sul servirsi dei valori della fede, ai fini
dell'irrazionalità e del negativo. È la
tentazione del miracolo come scorciatoia alla fatica del vivere.
"Se sei figlio di Dio..." Cristo è attaccato da Satana nell'orgoglio della
identità, nel prestigio della qualifica. È la tentazione dell'uso magico di
Dio, rifiutando la creaturalità e i limiti dell'umano.
E’ anche la tentazione dell'abuso della parola di Dio
per coprire e legittimare imprese umane sensazionali.
4. Terza tentazione
Prostrarsi al potere per possedere la terra: è questa
l'altra tentazione. La proposta di Satana è menzognera e fatua.
·
"I
miei regni": chi riceve
il potere non l'avrà come originario. Sarà solo delegato a rappresentare i veri
detentori del potere che rimarranno sempre occulti e sconosciuti.
Il potente di turno sarà sempre un burattino in mano
ad un nascosto burattinaio.
Il Vangelo ha una visione pessimistica del potere.
·
"Prostrati...": non c'è potere se non fondato sull'umiliazione di chi
lo detiene: "come rettili strisciano e i più vili emergono: è al colmo
la feccia" (Salmo 12).
Satana
non faceva vedere a Cristo il vero volto del potere: morti, violenze, stupri,
stragi, distruzione. Né gli poteva dire che dietro il dominio c'è la discordia
fomentata proprio da lui, il maligno.
·
"Se ti
prostrerai ai miei piedi":
l'ambizione suprema di Satana è vedere il figlio di Dio in ginocchio ai suoi
piedi.
Dei "regni" Satana non sa che
farsene. È il possesso dell'uomo che lui vuole, la sua libertà, la sua capacità
di ricorso a un Altro più grande di lui.
Ma
Cristo non fa la genuflessione al potere per possedere la terra. Perde la
terra, ma salva la sua libertà e la libertà umana.
Cristo sceglie la vita come servizi a Dio. E Dio si fa
servo dell'uomo.
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