La libertà chiama in gioco la nostra responsabilità, verso le altre persone.(L. Ciotti)

domenica 5 febbraio 2017

Riflessione sulla quinta domenica del tempo ordinario (don Pietro )

AMICI DI FRATERNITA’ NAZARETH  ECCO UNA MIA RIFLESSIONE
SULLA QUINTA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

1. "Voi siete il sale della terra e la luce del mondo"

Con queste parole Gesù non  intendeva rivolgere un complemento ai suoi discepoli o esprimere una sua valutazione sul loro conto. Con queste parole Gesù formulava una auspicio e assegnava un compito ai discepoli.
Il sale e la luce sono due elementi che non hanno solo valore in sé, ma hanno un valore d'uso. Infatti sono destinati ad altre cose: alle pietanze e alla terra. Inoltre essi  scompaiono.
Così dev'essere per i discepoli: non devono vivere per sé. Devono spendersi per gli altri e devono scomparire. Inoltre se sono sale e luce non possono cadere in nessuna forma di integrismo, ma al contrario devono rispettare la identità degli altri. Essi devono solo, come fanno sale e luce, conservare, dare sapore, illuminare, non sostituirsi e annullare la realtà.

2. Preziosità e indispensabilità di sale e luce

Se mancano sale e luce, il mondo, la vita si impoveriscono. Non esercitando la loro funzione sale  e luce, cioè i discepoli, sanciscono la loro inutilità e il mondo si inabissa nel non senso e nell’insignificanza.

3. Cosa concretamente Gesù si aspetta dai discepoli

Essi debbono testimoniare l'amore alla verità (debbono essere cioè luce) e alla vita (devono essere sale).
Essi debbono sapere giudicare le menzogne e il male ed evidenziare il bene. Debbono essere cioè la coscienza critica del mondo.
Il nostro dramma non è che siamo troppo sale e luce ma che lo siamo troppo poco. La prova? La pochezza delle nostre opere buone.

 

Il sale

Al tempo di Gesù era molto più importante di oggi. Esso simboleggiava la sapienza. Gli si attribuiva la proprietà di proteggere e conservare la vita, di allontanare i demoni e le potenze nefaste. Perdendo il suo specifico il sale diventava nulla.
Fuor di metafora: i cristiani se non sono sale falliscono la propria esistenza terrena ed eterna. Se i cristiani non sono sale e luce mancano al proprio specifico. Infatti  essere cristiani non significa essere solo buoni, onesti, non significa solo amare: questo è un dovere beninteso, ma non è esclusivo dei cristiani. Essere cristiani significa essere creature nuove in Cristo. Significa essere coscienza critica della storia. Se il cristiano non è sale e luce la sua carità non è profetica. La sua mitezza denuncia una scarsa incisività, il suo essere paziente diventa torbido e ambiguo masochismo.

La luce

 Nel Vangelo di Giovanni al capitolo VIII, versetto 12 e al capitolo IX, versetto 5, Gesù dice di se stesso che è la luce.
Noi siamo la luce perché Gesù è la luce e la dona a noi. Lui ce la dona perché a nostra volta la doniamo, senza appropriarcene. Gesù ci vuole luce perché risplendendo noi, tutto si illumini e risplenda. Dobbiamo essere luce perché la salvezza, cioè Dio, si irradi e si sperimenti.

Solo così siamo concretamente sale e luce

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